Bullismo e conseguenze a lungo termine

ll bullismo consiste in comportamenti aggressivi ripetitivi perpetrati da una o più persone nei confronti di una vittima incapace di difendersi.

Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti: da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte la vittima, colui che invece subisce tali atteggiamenti.

 La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono sperimentate di sovente da bambini che, senza sceglierlo, si ritrovano a vestire il ruolo della vittima subendo ripetute umiliazioni da coloro che invece ricoprono il ruolo di bullo. Essere vittime di episodi di bullismo da bambini è spiacevole nell’immediato, ma costituisce un fattore che aumenta il rischio di sviluppare diverse tipologie di disturbo oltre che nell’infanzia e nell’adolescenza anche nell’età adulta.

Ciò che numerosi studi hanno evidenziato è che le vittime di bullismo nel passaggio dall’adolescenza alla giovane età adulta continuano a presentare in misura rilevante disturbi quali agorafobia, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo da attacchi di panico, dipendenza, psicosi e depressione.

Ciò che invece è ancor meno noto è che non solo essere vittime di bullismo aumenta la probabilità dell’insorgenza di disturbi, ma anche l’essere bulli.
 Infatti, per coloro che in passato sono stati sia vittime che bulli (una vittima che è diventata a sua volta bullo o che presenta nello stesso tempo comportamenti di bullismo) incorre nel rischio di sviluppare disturbi depressivi, disturbi da attacchi di panico, agorafobia (solo nel caso delle femmine) e un aumento di rischio suicidario (soltanto in relazione al genere maschile).
 Per coloro che invece hanno caratterizzato il loro passato esclusivamente con il ruolo di bullo vi sarebbe un maggior rischio di sviluppare un disturbo antisociale della personalità.

Autore: Chiara Ajelli

Tratto da: www.stateofmind.it