La solitudine della generazione “Z”

Questa è una storia triste dal finale costruttivo e buono per scriverci sopra un trattato di sociologia: «Generazione Z o della solitudine». Tutto parte da un semplice, quanto pesantissimo post: «Qualcuno vuole uscire con me? Sono solo». Un appello lanciato su Tik Tok dal giovanissimo cantante barese Potes (18 anni), il quale, stanco di non avere amici e trascorre serate in solitudine ha deciso di affidare al web il suo grido di dolore. Sicuramente non si aspettava che, infilato nella magica bottiglia della Rete, il suo messaggio sarebbe diventato virale ottenendo 300 mila visualizzazioni, 25 mila like e 873 commenti al video.  Potes ha così inconsapevolmente aperto un enorme dibattito sulla solitudine della generazione Z e non solo. Nonostante i tanti social network a disposizione, l’intrattenimento virtuale e la facilità nel poter chattare con chiunque in ogni parte del mondo dietro un pc o smartphone, restare isolati nel mondo reale è più facile di quanto si possa immaginare.

«Un giorno a settimana in cui esco – scrive nel video – decido di andare a Bari e ci sto andando da solo perché non ho amici con cui uscire. Sentire mia madre che dice “Posso venire io cosi non esci da solo”, è un altro tipo di dolore”». Immediata la catena di risposte, messaggi e inviti ad uscire di persona: «Andiamo insieme? Anche io non ho nessuno con cui andare in giro», scrive Carmen. «Ormai preferisco fare tutto fa solo, mi sono abituato a stare bene così», aggiunge Antonio.

«Perché siamo tutti così soli?» riflette Francesco. «I social dovrebbero servire anche a questo, a trovare compagni di viaggio per poi coltivare buone amicizie. Non mollare», segue Rosa. «Ti do un consiglio – conclude Cristina – accetta di uscire con tua madre perché quando non ci sarà più la rimpiangerai». Insomma, si è aperto un dibattito che vale la pena alimentare e seguire e sul quale tutti ci dovremmo interrogare: padri, madri, nonne, amici.

Articolo di Emanuela Minucci

La Stampa 8 dicembre 2022