Quando la vita diventa un peso insostenibile

Ci sono condizioni depressive talmente dolorose che portano l’individuo ad avvertire la vita come qualcosa di straziante e insostenibile, talmente insostenibile da desiderare di liberarsene con un gesto estremo e dall’impatto emotivo tremendo: il suicidio.  
Il suicidio è un fenomeno che sconvolge quando viene messo in atto da qualcuno a noi caro o che si conosce soltanto di vista. L’idea di togliersi la vita è un qualcosa che disturba e che può suscitare le più disparate reazioni: tristezza, incredulità, disorientamento ma anche rabbia, disappunto e disapprovazione. Questo perché inevitabilmente un gesto di questa portata scuote la coscienza di chiunque e spesso genera un senso di impotenza e paura.

Fattori che predispongono al suicidio 

Un elemento che contribuisce alla messa in atto del suicidio è senza dubbio la solitudine e l’isolamento sociale. È stata riscontrata a tal proposito una maggiore incidenza nelle metropoli e tra soggetti che vivono da soli; è stato inoltre rilevato un maggior tasso di suicidio tra le classi sociali più abbienti rispetto a quelle più povere.  
Svariate patologie psichiatriche possono portare al tragico epilogo del suicidio. Ciò nonostante, tale fenomeno è principalmente legato ai disturbi dell’umore e, nello specifico, agli episodi depressivi maggiori.          
I fattori determinanti il suicidio possono essere sia di natura biologica (una predisposizione a sviluppare gravi disturbi depressivi che possono sfociare nel gesto estremo) sia di natura psicologica.                                    
Ovviamente (e per fortuna) non tutti i soggetti che soffrono di gravi disturbi depressivi giungono al suicidio. L’elemento chiave della psicodinamica del suicidio è quello dell’aggressività: è necessaria un’elevata dose di aggressività e impulsività per porre fine alla propria esistenza. Insomma, per quanto insensato possa sembrare, è un gesto che richiede un certo coraggio ed una certa quota di disinibizione. 
Dietro la dinamica del suicidio, tuttavia, può nascondersi anche una sorta di gratificazione di un desiderio di ricongiungersi con una figura amata del passato che non tornerà più, oppure con una fase importante della propria vita che ha significato molto per la persona e che purtroppo non si ripresenterà mai più. Spesso i pazienti suicidi manifestano vissuti di profonda dipendenza verso figure significative del passato.    
La perdita è pertanto un elemento cardine nella psicologia del suicidio, aspetto che purtroppo non viene adeguatamente elaborato fino a diventare aspetto dominante della vita mentale del paziente, tanto da saturarla completamente, privandola di ogni significato.

Tratto da:      
https://www.psicologo-online24.it/blog/quando-la-vita-diventa-un-peso-insostenibile-il-suicidio