Sopravvivere alla perdita del proprio lavoro

La perdita di lavoro, improvvisa o no che sia, genera in ogni persona un insieme di sentimenti di smarrimento misti a rabbia e sconforto, che sono difficili da affrontare nell’immediato e che se non ben gestiti, sul lungo termine, possono portare a blocchi e problematiche psicologiche anche gravi.

Questi sentimenti sono naturali e comprensibili, anche studiati dalla comunità scientifica di psicologi che ha identificato diverse fasi che una persona affronta nella gestione del cambiamento, come può essere quello di chi si ritrova improvvisamente dallo stato di occupato a disoccupato. Analizziamole insieme:

1) Lo shock – è la prima fase ed è anche quella più delicata; si possono provare sentimenti di rabbia nei confronti dei propri datori di lavoro, ma anche orgoglio e chiusura nei confronti dei vecchi colleghi. La persona può essere travolta da sentimenti di vergogna e sentire un senso di fallimento, può portare avanti la convinzione di aver sbagliato tutto e di non potercela fare ad andare avanti. E’ una fase delicata che se non ben gestita può durare anche a lungo.

E’ importante in questa fase iniziare ad elaborare il lutto della perdita e passare velocemente ad una fase di riconoscimento prima, e di accettazione poi, di una situazione nuova che va affrontata e gestita.

2) Difesa – è la fase transitoria e sempre critica, in cui si può reagire all’evento del licenziamento con un progressivo allontanamento dalla famiglia e dagli amici.

Se il periodo di isolamento perdura troppo nel tempo può portare allo sviluppo di pensieri negativi.

E’ opportuno mantenere un atteggiamento di fiducia in se stessi e reagire tempestivamente.

3) Riconoscimento della perdita – è la fase vera e propria di inizio di gestione dell’evento; si vive emotivamente il dolore della perdita del lavoro, riconoscendo che un cambiamento c’è stato e che va affrontato. 

4) Accettazione ed adattamento – è l’ultima fase, quella in cui si inizia a voltare pagina e a vedere il cambiamento lavorativo anche come una sfida e un’opportunità di crescita e sviluppo personale. E’ il momento di movimentare nuove azioni e nuove strategie.

A livello psicologico è bene fare alcune riflessioni importanti.

La perdita del lavoro non è un giudizio su se stessi e sul proprio valore come persone. E’ una valutazione sul proprio fare, in un contesto specifico, rapportato ad un mercato che cambia e che non riesce più a sostenere in maniera continuativa progetti e risorse. Non è opportuno generalizzare e sentirsi sconfitti, è piuttosto utile analizzare cosa è andato male ma soprattutto cosa si può fare di nuovo e diverso per cambiare la situazione e renderla più proficua per sè.

La perdita di lavoro aiuta la persona nella costruzione della propria autonomia di pensiero e di azione, permette di allenare il proprio spirito di adattamento e il senso di intraprendenza. Aiuta ad essere più forti.

A cura del Dottor Massimo Perciavalle

Tratto da: https://www.psiconline.it/articoli/la-psicologia-del-lavoro/sopravvivere-alla-perdita-del-proprio-lavoro.html