Tutti i numeri del suicidio

Il suicidio è la dodicesima causa di morte nel mondo. A livello mondiale si colloca fra le tre principali cause di decesso per le persone di età compresa tra i 15-44 anni, insieme agli incidenti stradali e alle malattie cardiovascolari. 
Nel 2000 sono morte suicide circa un milione di persone: si calcola che il tasso globale di mortalità sia di 16 per 100 mila, con una morte ogni circa 40 secondi. 
Oggi il suicidio è considerato una delle tre principali cause di morte fra gli individui di età compresa tra i 15 e i 44 anni, in entrambi i sessi. Senza contare i tentati suicidi, fino a 20 volte più frequenti. Nonostante il tasso di suicidi sia sempre stato più alto fra gli anziani di sesso maschile, le percentuali sono cresciute notevolmente fra i giovani, che oggi rappresentano il gruppo a maggior rischio in un terzo dei Paesi, indipendentemente dal reddito. Più del 90% dei casi totali di suicidio sono associati a disturbi mentali, soprattutto depressione e abuso di sostanze. Tuttavia, alla base ci sono numerosi fattori socioculturali: in generale, i suicidi si verificano specialmente in momenti di crisi socioeconomica, familiare o individuale.
Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), riportate nel primo Rapporto globale sulla prevenzione del suicidio, nel 2012 nel mondo sono state circa 800.000 le persone che si sono tolte la vita e il tasso è stato pari a 11,4 per 100.000. 
In Italia nel 2012 le morti per suicidio sono state circa 4000 (4,7 morti per 100.000 abitanti) e questo dato classifica il nostro paese tra quelli con i più bassi livelli di suicidalità; l’80% dei suicidati erano uomini. 
In termini assoluti anche in Italia, come nel resto del mondo, la quota maggiore di suicidi si registra tra le persone anziane: circa un suicida su 3 ha più di 70 anni, con una proporzione analoga per i due generi. Tuttavia, mentre per gli italiani ultrasettantenni il suicidio rappresenta solo lo 0,2% dei decessi, tra gli adolescenti con età compresa tra 15-25 anni arriva al 12%. Infatti, il suicidio in Italia rappresenta la seconda causa di morte tra i maschi di 15-25 anni, con un numero di vittime analogo a quello causato dai tumori (13% del totale) e inferiore solo a quello causato dagli incidenti stradali (35% del totale). 
Tra le donne della stessa età, invece, la mortalità per suicidio si colloca al terzo posto nella graduatoria delle cause di decesso, con una proporzione analoga a quella delle malattie cardiovascolari (8% del totale) e preceduta soltanto dai decessi per tumori (26%) e dagli incidenti stradali (24%).

Dai dati raccolti nell’anno 2015, è emersa una significativa e trasversale diminuzione, per genere ed età, dei suicidi nel ventennio 1995-2015 (-14,0%): nel 1995 sono 8,1 i suicidi ogni 100 mila abitanti che calano a 6,5 nel 2015 (3.935 decessi). 
Il suicidio risulta più frequente negli uomini rispetto alle donne e negli over 65 rispetto a individui più giovani. 

I metodi di suicidio

Nel mondo, la maggior parte dei soggetti che compiono un suicidio impiegano armi da fuoco, perlopiù pistole; l’impiccagione è il secondo metodo più frequente tra i maschi, tra le femmine invece è l’avvelenamento per ingestione di sostanze tossiche (soprattutto overdose di farmaci).
Nel nostro Paese invece, l’impiccagione è il mezzo più frequentemente usato dagli uomini per togliersi la vita: la metà dei suicidi nel 2011 è stata attuata con questa modalità. L’uso di armi da fuoco (16% del totale) e la precipitazione da luoghi elevati (15%) hanno rappresentato le altre due modalità più frequenti tra i suicidi maschili. 
Anche tra le donne l’impiccagione è uno dei metodi più frequenti (31%) insieme alla precipitazione (34%); l’annegamento (9%) e l’avvelenamento da farmaci (7%) sono, invece, meno frequenti.
Berman (1999) ha ipotizzato una serie di fattori che influenzano la scelta del metodo usato per suicidarsi, ossia:

  • La disponibilità e l’accessibilità al mezzo
  • La consuetudine d’uso
  • La dimestichezza
  • Il condizionamento sociale e comportamentale 
  • La rilevanza (ovvero la facilità con cui il soggetto pensa al mezzo in questione, determinata, ad esempio, dalla pubblicità)
  • Il significato simbolico e personale dell’azione o dell’ambientazione
  • L’intenzionalità e la possibilità di soccorso (se l’intenzione è elevata, i metodi scelti saranno quelli più letali, più difficili da impedire)

A cura di Claudio Nuzzo e Zeno Regazzoni

Tratto da https://www.stateofmind.it/tag/suicidio/